Addio a Pippo Baudo

Il 16 agosto 2025 ci ha lasciato Pippo Baudo, e con lui se ne va una parte importante della nostra memoria collettiva.
La mia generazione è cresciuta davanti alla televisione con lui: non viveva la TV come un sottofondo, ma come un appuntamento da non perdere. Pippo era presenza, eleganza, ritmo. Con la sua voce e il suo modo di fare sapeva catturare tutti, dai più giovani ai più grandi.

Aveva un talento unico: sapeva prendere la musica pop e renderla ascoltabile, familiare, vicina. Portava le nuove canzoni dentro le nostre case e le trasformava in parte della vita quotidiana, in ricordi che ancora oggi ci accompagnano. Ogni Festival di Sanremo, ogni serata di Fantastico o Domenica In diventava una finestra sulla musica e sul costume del nostro Paese.

Baudo non era solo un presentatore, era un traghettatore culturale: dava dignità alla musica leggera, la proponeva con garbo, la elevava senza snaturarla. Grazie a lui, la musica pop italiana è diventata patrimonio condiviso, colonna sonora di una generazione intera.

Perché ne parlo? Perché oggi la televisione non ha più quella magia che veri conduttori televisivi sapevano dare. Oggi buona parte degli spazi è affidata ad attori, a figure che non hanno lo stesso mestiere, la stessa naturalezza, la stessa arte di chi sapeva tenere insieme spettacolo, musica e pubblico con un filo invisibile di emozione.

La sua scomparsa chiude un capitolo importante della nostra televisione. Pippo Baudo non è stato solo un conduttore, ma una presenza familiare che ha accompagnato generazioni intere.
Oggi resta soprattutto la gratitudine: ci ha insegnato che la TV può essere intrattenimento, cultura e, soprattutto, condivisione.

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